Corte europea: Italia condannata per la confisca di Punta Pellaro

A distanza di cinque anni dalla sentenza sul merito, la Grande Camera si è finalmente pronunciata sulle domande a titolo di equa soddisfazione ai sensi dell’art. 41 CEDU nel caso G.I.E.M. S.r.l. e altri c. Italia che riuniva tre distinti ricorsi, uno dei quali (n. 19029/11, Falgest S.r.l. e altri c. Italia) riguardante la confisca di un complesso turistico sito a Punta Pellaro (Reggio Calabria).

Lo si ricorderà, con la storica sentenza del 28 giugno 2018, la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia, ritenendo che la confisca per lottizzazione abusiva disposta a seguito di proscioglimento per prescrizione del reato non fosse conforme ai diritti garantiti dagli artt. 7, 6 § 2 e 1 del Protocollo n. 1 alla CEDU (per maggiori informazioni sui principi affermati dalla Corte: qui).

Al contempo, la Corte aveva ritenuto che la causa non fosse matura per la decisione in relazione al risarcimento del danno, che si era riservata di quantificare in un separato giudizio dinanzi ad essa. Il contraddittorio scritto si era concluso nel 2019 e la causa era stata trattenuta in decisione.

Con sentenza del 12 luglio 2023, la Grande Camera ha finalmente sciolto la riserva, pronunciandosi sulle richieste risarcitorie avanzate dai ricorrenti. Preso atto che tutti i ricorrenti avevano, nel frattempo, ottenuto la restituzione dei beni originariamente confiscati, la Corte ha liquidato un importo a titolo di risarcimento per il solo danno derivante dall’impossibilità di utilizzare i terreni, riconoscendo ai ricorrenti rappresentati dallo Studio S&P, insieme allo Studio Lana-Lagostena Bassi-Rosi, il risarcimento più elevato pari complessivamente ad € 790.000,00, a titolo di danno patrimoniale, non patrimoniale e spese legali.

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