Arbitrato UNCITRAL su investimenti agricoli in Albania

Dal 26 al 30 giugno si è celebrata a L’Aja, presso la sede della Corte permanente di arbitrato, l’udienza di merito del procedimento PCA 2018-49 istituito ai sensi delle regole UNCITRAL da un investitore italiano nel settore agricolo che lamenta la violazione da parte dell’Albania del Trattato bilaterale sulla promozione e la protezione degli investimenti fra l’Italia e l’Albania (“BIT”).

Dinanzi al Tribunale arbitrale, composto dal Prof. Pierre Mayer (presidente), da Gavan Griffith e dal Prof. Massimo Benedettelli (co-arbitri), le parti hanno svolto le proprie difese orali introduttive ed hanno esaminato i testimoni sui fatti di causa e gli esperti sulla quantificazione del danno.

Il team legale che ha rappresentato l’investitore italiano all’udienza è stato composto dal Prof. Avv. Andrea Saccucci, dall’Avv. Philippe Pinsolle, dall’Avv. Roberta Greco e dall’Avv. Chiara Zaia, in qualità di avvocati, dal Prof. Antonio Leandro, in qualità di consulente, e da Clelia Colurcio, in qualità di assistente legale.

Hanno deposto in qualità di esperti sul danno per la parte attrice il Dott. Paul Rathbone di Osterwald Rathbone & Partners, il Prof. Emanuele Blasi dell’Università della Tuscia, il Dott. Francesco De Francisci e il Dott. Luca D’Ormea di AD Consulenza S.r.l.

Con lodo del 17 agosto 2021, il Tribunale arbitrale ha già affermato, a maggioranza, la propria giurisdizione sulle pretese avanzate dall’investitore relativamente ai fatti successivi all’entrata in vigore del BIT il 29 gennaio 1996.

Nel 1993, la società italiana aveva costituito la joint-venture AgriGosë stipulando un contratto con un’azienda agricola di Stato albanese allo scopo di realizzare un progetto imprenditoriale su larga scala di coltivazione, lavorazione ed esportazione di ortaggi (in particolare, brassicacee). L’accordo di costituzione della joint-venture prevedeva la concessione di 582 ettari di terra ad uso gratuito fino al 2050 nella zona di Kavajë. AgriGose aveva cominciato ad operare nel marzo 1993 esportando i propri prodotti in vari Paesi europei. A dicembre dello stesso anno, Simest S.p.A. aveva acquisito una partecipazione del 14% nella joint-venture.

Tuttavia, nel febbraio 1994, il Governo albanese aveva revocato le concessioni alle joint-ventures fra cui AgriGosë, determinando la totale interruzione di ogni attività.

Nel 1996, il Governo aveva assunto l’impegno di riattivare la joint-venture attraverso la concessione di nuove terre per un’eguale durata, ma tale impegno non è stato onorato così come quello di garantire la libera disponibilità delle proprietà immobiliari della joint-venture e quello di fornire un adeguato risarcimento. Ciò ha determinato la totale distruzione dell’investimento, costringendo la società a vendere la propria partecipazione nel 2014 e ad aprire una procedura di liquidazione volontaria.

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