Ex-ILVA di Taranto: il Comitato dei ministri chiede ulteriori misure

Con decisione assunta il 5 marzo 2020 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha esortato le autorità italiane a garantire l’effettiva attuazione del piano di risanamento ambientale, più volte rinviato, che stabilisce le azioni necessarie a tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini di Taranto, nonché a fornire, entro il 30 giugno 2020, una serie di informazioni riguardanti l’esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo pubblicata il 24 gennaio 2019 nel caso Cordella e altri c. Italia e Ambrogi Melle e altri c. Italia, patrocinato dallo Studio S&P.

Il caso riguarda la mancata adozione da parte delle autorità italiane delle misure necessarie a garantire la protezione dei ricorrenti dall’inquinamento ambientale causato dall’acciaieria ex-Ilva di Taranto e l’assenza di rimedi effettivi volti ottenere il risanamento ambientale.

Il Comitato ha dapprima sottlineato come la Corte europea abbia ordinato allo Stato convenuto l’adozione di misure generali volte a garantire “l’effettiva protezione delle persone la cui vita può essere messa in pericolo dai rischi inerenti dette attività [i.e. industriali]” (§ 3), nonché “l’importanza di un impegno politico sostenuto al più alto livello politico per garantire che l’attuale e future attività dell’acciaieria ex– Ilva non metta più a repentaglio la salute pubblica e l’ambiente” (§ 4).

Nel sollecitare l’attuazione del piano di risanamento ambientale, “indipendentemente dall’esito delle discussioni in corso in merito al futuro del siderurgico”, il Comitato ha invitato l’Italia a fornire aggiornamenti sui risultati raggiunti e sui tempi di attuazione delle misure rimanenti (§ 6). In particolare, ha chiesto di ricevere informazioni circa la qualità dell’aria di Taranto e all’impatto dell’acciaieria sull’ambiente e la popolazione locale (§ 7) anche alla luce delle osservazioni inviate dallo Studio S&P al riguardo.

Il Comitato ha inoltre domandato chiarimenti in merito alla c.d. immunità penale e amministrativa dei responsabili dell’attuazione del piano ambientale (§ 6).

Infine, ha invitato le autorità italiane ad informarlo rapidamente in merito alle misure, legislative o di altra natura, che esse intendono adottare per risolvere il problema dell’assenza di rimedi efficaci in grado di riparare le violazioni accertate (§ 8).

Per l’Avv. Prof. Andrea Saccucci e per l’Avv. Roberta Greco, che rappresentano decine di ricorrenti dinanzi alla Corte europea, si tratta di un segnale importante nella direzione dell’attuazione effettiva del pronunciamento della Corte e della salvaguardia della salute dei residenti di Taranto.

PROFESSIONALS
Managing Partner
Senior Associate