Con ordinanza del 29 agosto 2024, la Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma ha respinto, per la terza volta, la richiesta di archiviazione nell’ambito del procedimento per il sequestro di persona e l’omicidio di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano deceduto nel gennaio 2015 in Pakistan a seguito di un’operazione antiterrorismo americana condotta con un drone, il cui obiettivo era un compound jihadista legato ad Al Qaeda. I familiari del cooperante sono rappresentati, dall’Avv. Prof. Andrea Saccucci, insieme all’Avv. Giulia Borgna, per lo studio S&P e dall’Avv. Giorgio Perroni, per lo studio Perroni & Associati.
In particolare, nel settembre 2023, all’esito dell’assunzione a sommarie informazioni dell’ex Ministro degli Affari Esteri e di un alto funzionario del MAECI, l’Ufficio di Procura di Roma aveva presentato una terza richiesta di archiviazione, asserendo che non fossero configurabili i reati di omicidio doloso o colposo e che non fosse comunque possibile individuare i soggetti responsabili, non essendo espletabili ulteriori indagini.
La richiesta di archiviazione è stata nuovamente respinta dal Giudice per le Indagini Preliminari, la quale, accogliendo l’opposizione presentata nell’interesse dei familiari e l’istanza di indagini suppletive indicate dai difensori, ha ritenuto che le indagini fin qui svolte dal PM per ricostruire i fatti e le eventuali responsabilità penali siano incomplete. Per l’effetto, la GIP ha disposto che si proceda, fra l’altro, a sentire a sommarie informazioni alcuni agenti dei servizi segreti, funzionari dell’AISE e diplomatici in servizio presso il Ministero degli Affari Esteri impegnati nella trattativa per la liberazione di Giovanni Lo Porto.
Inoltre, il GIP ha demandato al PM la valutazione in ordine alla necessità di escutere a sommarie informazioni anche l’ex-direttore della CIA e un alto ufficiale del Array Special Forces degli Stati Uniti d’America, in considerazione dei due possibili e verosimili scenari rappresentati dalla difese delle parti opponenti (ovvero che: o le autorità italiane hanno colpevolmente omesso di informare gli Stati Uniti circa il luogo in cui era sequestrato Giovanni Lo Porto, oppure gli Stati Uniti ne erano stati messi a conoscenza e hanno comunque deciso di lanciare lo strike.
In accoglimento dell’opposizione, il GIP ha invitato il PM ad effettuare le investigazioni suppletive sollecitate entro sei mesi.
Per ulteriori informazioni, contattare lo Studio S&P al seguente indirizzo email: studio@saccuccipartners.com
Immagine: Giovanni Lo Porto – Facebook