REMS e liste d’attesa: ancora un intervento cautelare della Corte europea

Il 20 marzo 2024, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso un provvedimento cautelare ai sensi dell’art. 39 del Regolamento in favore di una paziente psichiatrica attualmente detenuta nel carcere di Rebibbia Femminile, ordinando al Governo italiano di “trasferire la ricorrente senza alcun ulteriore ritardo in una REMS o in altra struttura dove possa esserle somministrato un trattamento terapeutico adeguato alla sua condizione psicopatologica”.

La ricorrente ha fatto ingresso in carcere nel luglio 2023. Poche settimane dopo, costei è stata dichiarata incompatibile con il regime detentivo in considerazione della grave patologia psichiatrica della quale soffre. Nel settembre 2023, il giudice procedente ha disposto nei suoi confronti l’applicazione della misura di sicurezza provvisoria di cui all’art. 222 c.p., da eseguirsi in una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (“REMS”). Tuttavia, tale provvedimento è rimasto ineseguito a causa della cronica carenza di posti disponibili nelle REMS. Nel novembre 2023, il giudice procedente ha poi assolto la ricorrente per vizio totale di mente ed ha confermato l’applicazione della predetta misura. Anche tale provvedimento è rimasto ineseguito, con la conseguenza che la ricorrente ha continuato ad essere illegittimamente ristretta in carcere senza che gli venisse assicurato alcun trattamento medico-sanitario adeguato a soddisfare le sue esigenze di cura.

L’8 marzo 2024, la ricorrente, rappresentata dall’Avv. Prof. Andrea Saccucci, dall’Avv. Giulia Borgna e dall’Avv. Valentina Cafaro, si è rivolta alla Corte europea dei diritti dell’uomo, lamentando l’arbitrarietà della propria detenzione nel reparto comune di un istituto penitenziario ordinario e la mancata fruizione in carcere dei trattamenti richiesti dalla sua condizione psicopatologica. In altri termini, costei ha rappresentato alla Corte di trovarsi in una situazione analoga a quella di cui al caso Sy c. Italia, il primo – anch’esso patrocinato dal medesimo team di professionisti dello Studio S&P – nel quale la Corte si è occupata della questione dell’illegittimo trattenimento in carcere di pazienti psichiatrici destinatari di provvedimenti applicativi di misura di sicurezza detentiva da eseguirsi in REMS.

Nonostante siano trascorsi ormai quattro anni dal provvedimento cautelare adottato dalla Corte nel caso Sy e oltre due anni dalla pronuncia della relativa sentenza di merito (Sy c. Italia, appl. n. 11791/20, 24.01.2022), lo Stato italiano non ha ancora posto rimedio alle disfunzioni sistemiche sottese alle violazioni Convenzionali lamentate in quella sede, afferenti alla cronica mancanza di posti disponibili nelle REMS e all’inidoneità dell’offerta terapeutico-trattamentale per i pazienti psichiatrici autori di reato.

Tenuto conto della gravissima situazione, la Corte europea ha accolto la richiesta di misure cautelari presentata dalla ricorrente dopo aver acquisito le osservazioni del Governo italiano. Con lo stesso provvedimento, la Corte ha accolto la richiesta di trattazione prioritaria del ricorso formulata dalla ricorrente.

Sullo stesso tema, sono pendenti dinanzi alla Corte europea numerosi altri ricorsi, alcuni dei quali patrocinati dallo stesso team dello Studio S&P. Tra di essi, in particolare, vi è il caso Ciotta c. Italia, nel quale la Corte ha chiesto espressamente al Governo italiano di prendere una posizione sulla natura strutturale della situazione sottesa al caso di specie. Per ulteriori informazioni, contattare lo Studio S&P all’indirizzo email: studio@saccuccipartners.com

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