Corte europea: nuova condanna dell’Italia per il caso ex Ilva di Taranto

Con sentenza definitiva del 5 maggio 2022 pronunciata sul ricorso n. 4642/17 Ardimento e altri c Italia, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accertato il persistere delle violazioni dell’art. 8 (“Diritto al rispetto della vita privata e familiare”) e dell’art. 13 (“Diritto a un rimedio effettivo”) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) – già accertate nella sentenza Cordella e altri c. Italia e Lina Ambrogi Melle e altri c. Italia, ricorsi nn. 54414/13 e 54264/15, del 24 gennaio 2019 – in quanto le autorità italiane hanno omesso e continuano ad omettere l’adozione di misure necessarie, rispettivamente, a tutelare la salute dei cittadini dagli effetti pregiudizievoli delle emissioni nocive del siderurgico ed a predisporre rimedi effettivi per ottenere la bonifica dell’area coinvolta dall’inquinamento.

In particolare, la Corte non ha riscontrato alcun fatto o argomento nuovo rispetto a quanto constatato nella sentenza Cordella tale da convincerla a modificare le proprie conclusioni in relazione alle violazioni dei diritti sanciti dagli artt. 8 e 13 CEDU nei riguardi dei ricorrenti (§ 13 della sentenza).

Perdura ad avviso della Corte la situazione di impasse in cui si trovano le autorità italiane nella gestione della questione ambientale rispetto alle attività produttive del siderurgico di Taranto, così come perdura la medesima situazione di grave inquinamento ambientale tale da mettere in pericolo non solo la salute dei ricorrenti, ma più in generale quella di tutta la popolazione residente nelle zone a rischio (§ 10 della sentenza).

La Corte ha altresì constatato che la procedura di esecuzione della citata sentenza Cordella è ancora pendente dinanzi al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa che, nella riunione 1398° (DH 9-11 marzo 2021), ha lamentato l’assenza di informazioni da parte del Governo italiano riguardanti l’esecuzione del piano ambientale, un elemento ritenuto essenziale dalla Corte europea affinché l’acciaieria possa funzionare senza presentare dei rischi per la salute (§ 14 della sentenza) .

La Corte ha infine reiterato l’urgenza di adottare le misure di risanamento e di esecuzione del piano ambientale approvate dalle autorità nazionali al fine di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini (§ 15 della sentenza).

Alle stesse conclusioni è giunta la Corte europea in altre tre sentenze pubblicate nella medesima data relative ai ricorsi n. 37277/16 A.A. e altri c Italia, n. 48820/19 Briganti e altri c Italia e n. 45242/17 Perelli e altri c Italia.

L’avv. prof. Saccucci, legale delle vittime: “il Governo dia finalmente esecuzione agli obblighi di tutela della vita e della salute dei cittadini di Taranto”.

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