L’ergastolo ostativo è contrario alla Costituzione e alla CEDU

Con un comunicato stampa pubblicato il 15 aprile 2021, la Corte costituzionale ha annunciato di aver raggiunto la decisione in merito al carattere incostituzionale del regime di detenzione perpetua dell’ergastolo cd. ostativo.

Secondo quanto si legge nel comunicato, la Corte costituzionale ha accertato che “facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà” la disciplina dell’ergastolo ostativo “è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.

Tale decisione, che segue, e anzi sembra estendere, i principi stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza resa nel caso Marcello Viola c. Italia (no. 2) e dalla stessa Corte costituzionale nella sentenza n. 253 del 4 dicembre 2019, rappresenta un grande successo per l’associazione Nessuno Tocchi Caino che da anni è impegnata nella battaglia legale finalizzata a far accertare e dichiarare il carattere disumano della pena della reclusione fino alla morte e che è intervenuta nel giudizio di costituzionalità in qualità di amicus curiae con l’assistenza legale del Prof. Avv. Andrea Saccucci e dell’Avv. Matteo Zamboni dello Studio S&P.

Allo stesso tempo, il comunicato stampa chiarisce che la Corte costituzionale non ha inteso procedere all’accoglimento immediato della questione, lasciando al Legislatore un anno di tempo per predisporre “interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi”.

In attesa di leggere le motivazioni dell’ordinanza della Corte costituzionale, che saranno pubblicate nei prossimi mesi, continua l’impegno per l’abolizione dell’ergastolo ostativo di fronte alle più alte istanze nazionali e internazionali, a partire dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e dal Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite, dinanzi al quale lo Studio S&P rappresenta centinaia di ergastolani per la rivendicazione del loro diritto alla speranza.

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