Ex-ILVA di Taranto: il Governo italiano omette di dare esecuzione alla sentenza della Corte europea nel caso Cordella e altri c. Italia

Con decisione assunta l’11 marzo 2021 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa censura la mancata esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo pubblicata il 24 gennaio 2019 nel caso Cordella e altri c. Italia e Ambrogi Melle e altri c. Italia, patrocinato dallo Studio S&P.

La Corte europea aveva chiesto alle autorità italiane di adottare le misure generali necessarie a garantire la protezione dei ricorrenti dall’inquinamento ambientale causato dall’acciaieria ex-Ilva di Taranto e di introdurre rimedi effettivi volti ottenere il risanamento ambientale.

Con riferimento alle misure generali necessarie affinché l’ex-Ilva di Taranto non continui a causare rischi per la salute dei residenti e per l’ambiente, il Comitato dei Ministri biasima il Governo italiano per aver mancato di fornire le informazioni richieste (vedi decisione del 5 marzo 2020) in relazione all’attuazione del piano di risanamento ambientale, più volte rinviato. Il Governo italiano, infatti, ha trasmesso tardivamente un piano d’azione privo di qualsiasi informazione riguardante i tempi e i modi di attuazione del piano ambientale.

Il Comitato nota che “in queste circostanze è impossibile valutare (…) l’impatto delle attività dello stabilimento sulla salute pubblica e sull’ambiente” (§ 4). Pertanto, chiede nuovamente di ricevere informazioni entro il 30 giugno 2021.

Il Comitato, inoltre, sottolinea “con preoccupazione la persistente assenza nell’ordinamento interno di rimedi effettivi per far valere la violazione dell’art. 13 accertata in questa sentenza”, tornando ad invitare le autorità italiane a colmare rapidamente tale lacuna dell’ordinamento interno (§ 5).

PROFESSIONISTI COLLEGATI
Managing Partner
Senior Associate