La Corte europea ordina l’immediato trasferimento di un giovane paziente psichiatrico illegalmente detenuto

Il 7 aprile 2020, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso un provvedimento cautelare ai sensi dell’art. 39 del Regolamento in favore di un giovane paziente psichiatrico attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia, ordinando al Governo italiano di provvedere al suo immediato trasferimento presso una struttura idonea ad assicurargli la fruizione di un trattamento adeguato alle sue condizioni di salute.

Il ricorrente, affetto da bipolarismo e gravi disturbi della personalità, è detenuto sin dal novembre 2018 presso la Casa Circondariale Rebibba Nuovo Complesso. Nel gennaio 2019, il Magistrato di Sorveglianza aveva applicato nei suoi confronti la misura di sicurezza del ricovero in una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (“REMS”). Tuttavia, tale provvedimento è rimasto ineseguito a causa della cronica carenza di posti disponibili nelle REMS. Successivamente, nel maggio 2019, la Corte d’appello di Roma aveva ordinato l’immediata rimessione in libertà del ricorrente. Anche tale provvedimento è rimasto tuttavia ineseguito, con la conseguenza che il ricorrente ha continuato ad essere illegittimamente ristretto in carcere senza che gli venisse assicurato alcun trattamento medico-sanitario adeguato a soddisfare le sue esigenze di cura.

Nel marzo 2020, il ricorrente si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo, lamentando l’illegittima privazione della libertà e la mancata fruizione in carcere dei trattamenti medico-sanitari richiesti dalla sua patologia psichiatrica.

Tenuto conto della gravissima situazione, la Corte europea ha accolto la richiesta di misure cautelari presentata dal ricorrente dopo aver acquisito le osservazioni del Governo italiano.

Il provvedimento emesso dalla Corte europea è vincolante ed immediatamente esecutivo nei confronti dello Stato italiano, il quale è ora chiamato a darvi esecuzione nel più breve tempo possibile.

La questione pendente dinanzi alla Corte europea trascende il singolo caso del ricorrente in quanto trae origine da un gravissimo problema di carattere strutturale dell’ordinamento italiano, più volte evidenziato dalla stessa amministrazione penitenziaria. È cosa nota, infatti, la cronica carenza di posti disponibili nelle REMS. Secondo le ultime statistiche rese note dal DAP a gennaio 2020, risultano 642 le persone destinatarie di provvedimenti di applicazione della misura di sicurezza detentiva in attesa di ricovero nelle 29 REMS attive sul territorio nazionale, 63 delle quali sono illegittimamente detenute in strutture penitenziarie, mentre le restanti 579 sono in stato di libertà.

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