La Corte europea sospende i termini per l’emergenza Covid-19

Con un comunicato stampa diffuso dalla Cancelleria della Corte europea dei diritti dell’uomo il 16 marzo 2020 (cfr. Press Release, Registrar of the Court, ECHR 094 (2020), 16.03.2020), è stata annunciata l’adozione da parte della Corte di una serie di misure eccezionali per rispondere alla crisi globale sanitaria senza precedenti dovuta alla diffusione pandemica del Covid-19, che tengono conto delle recenti decisioni adottate al riguardo dalle autorità dello Stato francese e dallo stesso Consiglio d’Europa.

Stando a tale comunicato, saranno mantenute “in linea di principio” le “attività essenziali” della Corte, in particolare l’esame dei casi prioritari e delle richieste di misure cautelari ai sensi dell’art. 39 del Regolamento della Corte. Al fine di assicurare la continuità delle funzioni, (anche) la Corte ricorrerà in linea generale alle modalità del telelavoro. I locali della Corte non sono più accessibili al pubblico e le udienze calendarizzate per i mesi di marzo e aprile sono state cancellate in attesa di successive determinazioni.

La misura più rilevante (e sicuramente eccezionale) è costituita dalla sospensione “a titolo eccezionale per un periodo di un mese a partire da lunedì 16 marzo 2020” del termine di sei mesi per l’introduzione dei ricorsi individuali stabilito dall’art. 35 par. 1 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). A ciò si aggiunge la “sospensione per la durata di un mese a partire dal 16 marzo 2020” di tutti i termini assegnati nei procedimenti pendenti.

Queste nuove modalità di funzionamento saranno costantemente riesaminate in funzione dell’evoluzione della situazione sanitaria, al fine di assicurare la continuità della Corte “nel rispetto della normativa adottata dallo Stato ospitante”.