Indisponibilità di posti nelle REMS: la Corte europea esige chiarimenti dal Governo italiano

Nel marzo 2020, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha preso in esame una richiesta di misure cautelari, presentata ai sensi dell’art. 39 del Regolamento della Corte, volta a far cessare immediatamente la detenzione illegale di un paziente psichiatrico all’interno di un istituto penitenziario ordinario.

Il ricorrente, destinatario di un provvedimento applicativo di misura di sicurezza detentiva, è da lungo tempo in lista di attesa per il collocamento in una REMS e si trova attualmente detenuto in un istituto penitenziario del tutto inidoneo a garantirgli un trattamento terapeutico adeguato alla sua condizione psicopatologica.

Come testimoniato da tutti i rapporti dei soggetti operanti nel settore della tutela delle persone private della libertà personale, il fenomeno della detenzione illegale in carcere di soggetti destinatari di misure di sicurezza detentive ha ormai assunto portata nazionale. Tale disfunzione è addebitabile ad un problema strutturale e sistemico da cui è affetto l’ordinamento italiano, rappresentato dalla cronica mancanza di posti nelle REMS.

La Corte europea sarà ora chiamata a valutare se tale situazione sia compatibile, inter alia, con il diritto alla libertà personale consacrato dall’art. 5 § 1 CEDU e con il divieto di trattamenti e pene inumane e degradanti di cui all’art. 3 CEDU.

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